Le stime dell’Ipres e la denatalità: la regione invecchia, lieve aumento di stranieri

Aumento numerico dei piccoli comuni con meno di duemila abitanti, scomparsa della fascia d’età adulta, lieve incremento della popolazione straniera. È quanto emerge dalla nota tecnica diffusa su dati Istat dall’Ipres (Istituto pugliese di ricerche economiche e sociali «Scenario demografico della Puglia nell’era del Covid-19», che descrive dettagliatamente lo stato della popolazione pugliese e delinea le possibili proiezioni nei prossimi due decenni nel territorio regionale.

La regione Puglia ha perso tra il 2012 e il 2021 ben 116.295 residenti con una flessione di 2,87 punti percentuali, un dato maggiore rispetto all’Italia e al Mezzogiorno che presenta una flessione pari a due punti percentuali. 

Nella fascia d’età tra zero e quattordici anni si è verificato il calo maggiore pari al -15,14% (-89.588 unità), quasi il doppio rispetto al dato nazionale pari a -8%. Anche nella fascia d’età dai quindici ai ventiquattro anni si manifesta una diminuzione pari all’-11% (-52,7 mila soggetti), dato in linea con quello riscontrato nel Meridione -13,18% (-320 mila giovani) ma superiore rispetto a quello nazionale (-104.698 unità).

Valori stabili in tutti i territori del Belpaese sono stati invece riscontrati nella fascia d’età tra i venticinque e i sessantaquattro anni, la Puglia nella fattispecie perde 112 mila unità, il Sud manifesta un decremento demografico di oltre 546 mila soggetti in età da lavoro (-4,84%). 

Cresce infine la fascia dei sessantacinque anni e oltre: in Puglia si registra l’incremento maggiore (+17,92%) con oltre 138 mila unità; in Italia l’incremento è di 1,570 milioni di residenti (+12,7%).

È il Meridione a vestire la maglia nera dello spopolamento: il territorio che più di tutti cede residenti ad altre regioni in termini assoluti è la Sicilia (oltre 166 mila unità), seguono la Campania e la Puglia (rispettivamente con 140 mila e 116 mila residenti). In termini relativi sono Molise e Basilicata a far rilevare le maggiori flessioni pari a -6 e -5,6%. 

Nonostante il terzo posto conquistato dalla nostra regione nella classifica dei territori del Mezzogiorno maglia nera della emigrazione territoriale, la ricerca ha mostrato che è in crescita il numero di comuni con meno di 2.000 residenti passato negli ultimi dieci anni da trentadue a trentasei e si sono invece ridotti i comuni con oltre 20 mila residenti passati da quarantanove a quarantacinque. I dati più consistenti si sono verificati nei territori del Subappennino dauno, della Capitanata e del Salento centrale. 

La nota tecnica Ipres rileva inoltre che al primo gennaio 2021 la popolazione straniera in Puglia ha raggiunto 134,4 mila unità pari al 3,4% della popolazione; tale valore rimane tuttavia nettamente inferiore rispetto al dato nazionale pari all’ 8,7%.  La nazionalità più diffusa tra gli stranieri residenti in Puglia è quella rumena (25,1%), aumentata del 60% nella sua consistenza tra il 2012 e il 2021; in seconda posizione rimane la popolazione albanese che pur aumentando di valore assoluto perde in termini relativi, analogamente alla presenza marocchina. 

Secondo queste previsioni in Puglia ci si aspetta per gli anni Quaranta di questo secolo una flessione della popolazione di 3,4 milioni di unità: la fascia di età che verrà a scomparire sarà quella adulta passando dal 67,4% (2002) al 55,3% della popolazione nel 2040, cresceranno notevolmente gli ultra 85enni passando all’8,2% rispetto all’1,6% nel 2002, mentre la fascia dei giovanissimi calerà dal 16,7% osservato nel 2002 a circa il 10% nei prossimi due decenni, infine più che raddoppierà la classe dei 65enni che dal 16% rilevato all’inizio del secolo arriverà al 34% stimato nel 2040.

Si prevede inoltre che in Puglia nel 2030 perderanno cittadini residenti ventotto tra i comuni con popolazione attuale superiore ai 30 mila residenti: San Severo e Lucera resteranno prive di circa il 10% della propria popolazione, Taranto (-17,5 mila unità) fletterebbe del 9,2%, Brindisi dell’8,3%, Bari del 5,4% (circa -17 mila unità), Foggia del 4%, Andria e Barletta del 3%, Lecce dell’1% (-1.125 residenti), farà eccezione solo la città di Altamura per la quale si stima una crescita di circa 3 punti percentuali (circa +200 residenti).

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