La Regione finanzia l’”education outdoor”. L’innovazione passa per la natura
Le aule oltre le pareti, un modello nuovo di fare scuola, che va fuori dagli schemi e affronta le emergenze. È la Puglia la prima regione a finanziare l’ “outdoor education”, pratica diffusissima in tutta Italia, ma che si regge solo sulle forze private. Accadrà anche quest’anno.
Dal 2019 infatti c’è una buona pratica sostenuta dall’assessore all’Istruzione della Regione Puglia, Sebastiano Leo: dare aiuto concreto alle scuole che entrano nella rete dell’outdoor. In tempi di pandemia tutto questo è oro per i bimbi costretti a mascherine per ore e a poca condivisione di spazi. L’outdoor non è un semplice Pon (programma operativo nazionale) ma un metodo per educare, usando gli spazi esterni che possono essere giardini, masserie, piazze. Si insegna all’Università quella di Bologna e solo lì e tutti gli insegnanti delle scuole pugliesi, che hanno aderito al progetto outdoor, si sono formati proprio attraverso la rete nazionale delle scuole all’aperto che ha nel suo staff scientifico Michela Schenetti, docente di Didattica Generale e Educazione alla corporeità nel Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna e Monica Gori, educatrice ed esperta di educazione in natura.
A fare il primo passo è stato tre anni fa il Terzo Circolo didattico di Altamura (Bari), grazie alla lungimiranza della dirigente, Antonia Rita Carulli che, col sostegno di facilitatrici della Onlus “L’Asino che vola” (che da 16 anni offre attività all’aperto) ha presentato il progetto alla Regione, in rete con altri due istituti della scuola primaria di primo grado, uno di Gravina e l’altro di Acquaviva delle Fonti. Sono stati formati oltre 80 docenti, 90 sono state le ore di laboratorio, 130 quelle di formazione online. Un esercito di bimbi (oltre 200) ha utilizzato giardini e parchi per imparare l’italiano e la matematica, non solo per stare all’aria aperta, ma per avere la natura e l’ambiente come maestri. In questo modo molti piccoli della scuola primaria di primo grado hanno risolto difficoltà di iperattività, di stress. Ogni anno, da tre anni a questa parte c’è un convegno di livello nazionale, in collaborazione con l’Università di Bologna che illustra l’importanza dell’outdoor. Si tratta di una vera e propria pratica educativa tesa a valorizzare l’ambiente esterno come stimolo di conoscenza.
L’outdoor nasce in Germania si diffonde nel nord Europa e in Italia in genere ha attecchito soprattutto in strutture private. Ora ci sono moltissime scuole pubbliche che, con i fondi legati alla formazione, aderiscono alla rete. In Puglia la Regione ha inteso l’innovazione anche in questo senso, dando la possibilità a chi ne ha fatto richiesta di ristrutturare gli spazi esterni degli edifici scolastici (i giardini) e di fare in modo che fossero vissuti tutti i giorni per molte ore al giorno. Stare fuori non significa perder tempo, ma apprendere attraverso l’esperienza. E in Puglia è stata data la possibilità alle insegnanti di formarsi e di utilizzare gli esperti del settore.
«Ci siamo resi conto dei benefici dell’esperienza coi nostri bambini – dice la dirigente Carulli di Altamura – sia sull’apprendimento che sulle emozioni». L’assessore Leo, tre anni fa, spronato dal consigliere regionale Enzo Colonna, ci ha creduto subito e nell’area murgiana sono nate le prime scuole che hanno aderito alla rete outdoor.
Ora per il terzo anno consecutivo ad Altamura arriva un finanziamento di diecimila euro per il Terzo Circolo didattico, diretto dalla professoressa Marilena Daraia e questo significa che altri insegnanti potranno formarsi, altri bimbi di prima elementare potranno sperimentare grazie ad esperti educatori, facilitatori della Rete nazionale.
L’assessore regionale Sebastiano Leo che ha partecipato anche ai convegni nazionali non ha dubbi: «Continua l’impegno dell’amministrazione regionale nel supportare metodologie didattiche innovative come quella portata avanti dal 3° Circolo Didattico ‘Roncalli’ di Altamura con il progetto “Scuola all’aperto”. Fare didattica outdoor, studiare tra gli alberi, giocare con i materiali naturali, imparare divertendosi, non migliora solo la qualità dell’apprendimento, come è noto, ma crea una connessione con l’ambiente circostante, con i luoghi che ci circondano, con quella dimensione green, ecologica che siamo chiamati a tutelare e proteggere. La pandemia ha imposto un ripensamento complessivo degli spazi, ancora di più quelli di carattere educativo che rivestono per la Regione Puglia un’importanza strategica, una priorità assoluta nel nostro operato di governo; da tempo, infatti, stiamo portando avanti una programmazione di interventi regionali che ruota tutta intorno all’importanza dei luoghi dell’apprendimento, allo spazio che educa, alla funzione nodale che gli spazi occupano nella formazione delle nuove generazioni. Spazi educativi di qualità, metodologie didattiche innovative, competenze digitali, transizione ecologica sono le parole chiave della scuola del futuro della Puglia».
Una buona pratica che ha dato giovamento alle famiglie.