L’appello di una madre: «Mia figlia sta male. Il mio problema è comune a molti adolescenti, ci servono servizi non parole»
«Vivo a Bari. Mia figlia frequenta la scuola media, è stata bravissima fino a qualche anno fa, ora non più. Il covid addirittura l’ha costretta a dover prendere farmaci per dormire. Ma il mio non è un problema privato», a parlare è Teresa M., che scrive al nostro sportello, richiamando l’attenzione dell’assessore regionale all’Istruzione, Sebastiano Leo.
«Che fine ha fatto il piano annunciato dall’assessore Leo? Ho saputo del potenziamento del piano educativo della Regione proprio da articoli sul web. – scrive Teresa M. – io credo che la crisi che sconvolge molti dei nostri adolescenti sia certo dovuta al tempo che viviamo, ma se la scuola sta accanto alla famiglia allora è tutto diverso. Io mi aspettavo davvero di vedere lo psicologo nell’istituto che frequenta mia figlia. Io ci credevo quando leggevo che “Per contrastare le povertà future sia necessario agire sin dai primi anni di vita di un essere umano. Fornire a tutti e tutte le stesse possibilità non è dunque solo un modo per contrastare le disparità attuali ma per prevenire anche quelle future e creare società più eque. In questa direzione Regione Puglia ha individuato nel rafforzamento delle competenze, nell’istruzione dell’infanzia, primaria e secondaria e nel contrasto alla dispersione scolastica, la strategia vincente”. Ecco queste sono le parole dell’assessore Leo, pubblicate anche sul vostro sito. Ma che fine ha fatto tutto ciò?».
La condizione degli adolescenti dopo gli anni della pandemia, ma se vogliamo anche prima hanno di certo trasformato e ampliato un problema già esistente.
«La nostra famiglia – spiega la madre che ci scrive – ha un gruppo di pseudo amici che sono ormai spenti. Si rifugiano in casa. Chi può, spinto dalla famiglia, fa sport o altre attività, ma chi non può? Ho seguito con molto interesse gli annunci dell’assessore Leo, mi piaceva questa sua idea di scuola legata a modelli europei. Io immagino una scuola aperta di pomeriggio, con professionisti che lavorano, insieme e con i ragazzi, e inculcano non nozioni, ma l’amore per l’arte, la musica, lo sport. Sono anni unici quelli della formazione e avere un piano educativo vecchio e stantio ci porta ad avere non solo una classe sociale più ignorante, ma anche adolescenti che non riusciamo più a guidare».
A dire il vero a prescindere da ciò che annunciava l’assessore Leo qualche mese fa, lo psicologo a scuola è legge in Puglia dal 2019. Ma dove esiste questa figura professionale negli istituti scolastici della regione? Questo approccio formativo diverso è anche un modo per stare al passo con gli standard europei.
«Mia figlia non vuole uscire più di casa, prende farmaci per dormire, non è più un essere sociale, certo è un problema della mia famiglia, ma nella sua classe sono tantissimi come lei. Bisogna agire. Bisogna potenziare i servizi. – continua nella lettera Teresa M. – Invece ci si nasconde, anche noi genitori temiamo in qualche modo di sbagliare e magari non raccontiamo le nostre difficoltà, sbagliando».
La stessa domanda della nostra lettrice, la rigiriamo alla Regione Puglia: quando partirà il piano annunziato da Scuola Più?