Che cosa è il PRO.V.I.
Il PRO.V.I (progetto di vita) è un documento ufficiale redatto dai soggetti beneficiari di questa iniziativa (persone con disabilità) che definisce quali sono gli obiettivi generali e le modalità di perseguimento dei suoi aderenti. Questo percorso viene realizzato dai sottoscrittori del documento o da incaricati a loro nome mettendo a fuoco le reti che costituiscono la risorsa di maggior valore e i mezzi in possesso per portare avanti gli obiettivi sottoscritti nel progetto di vita.
Finalità
Lo scopo dei progetti di vita indipendente è quello di sostenere l’esistenza dignitosa di tutte le persone con disabilità concedendo loro la possibilità di scegliere come costruire la propria esistenza. La realizzazione dei PRO.V.I. vuole sostenere la persona con disabilità nel raggiungere una maggiore autonomia dalla famiglia e nell’ottenere una piena inclusione e partecipazione nella società.
A chi si rivolgono i PRO.V.I.
Possono sottoporre la domanda di finanziamento del loro progetto di vita quelle persone con disabilità grave che presentino accertate potenzialità di autonomia e abbiano manifestato la volontà di realizzare un percorso personale finalizzato all’autoperfezionamento nello studio o all’inserimento lavorativo. In quest’ottica si di distinguono due profili di soggetti:
Profilo A. Persone con disabilità in situazione grave di età pari o superiore ai 16 anni e che non superi i 66 anni compiuti, in possesso di una certificazione di handicap, residenti nella regione dove si sottopone la domanda da almeno un anno dalla pubblicazione degli avvisi che si trovano in una permanente limitazione dell’autonomia personale non derivata da patologie strettamente connesse dall’invecchiamento, per cui non siano state attivate in precedenza altre misure assistenziali, con elevati bisogni assistenziali dovuti all’azione limitata della loro autonomia e che vivano, al momento della domanda, nel loro domicilio e nel loro contesto famigliare.
Profilo B. Persone con disabilità di età compresa tra i 18 e i 64 anni, in possesso di una certificazione di handicap, residenti nella regione dove si sottopone la domanda da almeno un anno, prive del sostegno famigliare in quanto senza genitori o si trovino loro stesse in situazione di disabilità, per cui non siano state attivate in precedenza altre misure assistenziali.
Il ruolo dell’assistente personale
Si intende per assistente personale la figura, anche non professionale, che svolge l’attività̀ di cura quotidiana secondo quanto previsto in un progetto personalizzato di vita indipendente e sulla base di un rapporto lavorativo disciplinato da un apposito contratto di lavoro concluso con la persona con disabilità. Per tutelare il pieno raggiungimento degli obiettivi di autonomia e di emancipazione della persona con disabilità, la scelta dell’assistente personale ricade su una persona convivente, purché non facente parte del nucleo familiare di origine. La persona con disabilità sceglie autonomamente il proprio assistente personale ed è tenuta a regolarizzarne il rapporto con un contratto di lavoro nel rispetto della normativa vigente.
Modalità di valutazione dei percorsi di vita
Le unità multidisciplinari effettuano la valutazione delle condizioni di bisogno della persona con disabilità, verificano che possieda i requisiti per ricevere sostegno nell’attuazione del suo progetto personale, individuano, insieme alla persona con disabilità, la tipologia di azioni da inserire nel programma da realizzare, definiscono quantitativamente e qualitativamente le risorse umane, strumentali ed economiche sufficienti e necessarie, si rivolgono ai centri per la domotica sociale aderenti alla rete regionale per acquisire la verifica dell’appropriatezza delle tecnologie richieste con il progetto di vita indipendente.
Le unità multidisciplinari devono utilizzare strumenti adatti al sostegno alla persona nel processo decisionale e assicurano il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche, al fine di consentire che il piano educativo individualizzato scolastico sia coerente e parte integrante del progetto individuale.
Compiti degli ambiti territoriali
Gli ambiti territoriali hanno il compito, in raccordo con le aziende sanitarie locali (Asl), di:
- Individuare, all’interno dei propri servizi, l’operatore con la funzione di case manager (coordinatore);
- Partecipare alle attività di valutazione multidimensionale del bisogno e di predisposizione del piano personalizzato;
- Effettuare il monitoraggio dei programmi di vita indipendente realizzati sul territorio.
Compiti delle Asl
Le Asl, in conformità alla vigente normativa nazionale e regionale, con particolare riguardo a ciò che caratterizza i livelli di integrazione socio-sanitaria e, nello specifico sul tema della disabilità, hanno il compito di:
- Effettuare, su richiesta della singola persona in collaborazione con l’ambito territoriale di residenza e attraverso équipe professionali, la valutazione multidimensionale del bisogno;
- Predisporre, in collaborazione con l’ambito territoriale di residenza, il progetto personalizzato (ex articolo 14 legge 8 novembre 2000) con il coinvolgimento della persona con disabilità;
- Validare i progetti di vita indipendente;
- Partecipare alle attività di monitoraggio e controllo dei progetti di vita indipendente sul territorio.
Informazioni e chiarimenti
Per tutto quanto non indicato si fa riferimento al Ad 037 – 2020 Avviso pubblico PRO.V.I. Dopo di noi, alla legge 15/2020. È possibile rivolgersi al responsabile unico del procedimento esclusivamente tramite email all’indirizzo m.pellicano@puglia.regione.it.