Nonostante la sclerosi multipla, sospesi i cicli di fisioterapia e logopedia


È finita in Procura la vicenda di mala-burocrazia assistenziale che ha coinvolto una donna disabile di Bari, affetta da sclerosi multipla e immobilizzata dalla malattia da quasi trent’anni. La Asl ha sospeso dallo scorso mese di febbraio sia la fisioterapia motoria sia la logoterapia per sottoporre la paziente a visite specialistiche di verifica, ma la discontinuità terapeutica si sta rivelando dannosa. Per questo il marito della donna, a sua volta medico in un ospedale pubblico barese, ha dapprima segnalato il caso all’Ordine dei medici, poi ha formalmente diffidato la Asl; non avendo ottenuto alcuna risposta, ha ora presentato denuncia in Procura nei confronti del medico responsabile del servizio Asl.

Sottoposta a visita neurologica, la donna, Maria Elena Barile, di 58 anni, si è vista confermare dallo specialista la prescrizione precedente che prevede cicli continui di fisioterapia e logopedia. La Asl tuttavia non ha ritenuto esaustiva questa richiesta ed ha previsto una ulteriore visita da parte del fisiatra, rinviando il riconoscimento di nuovi cicli terapeutici. Così passano le settimane e le terapie restano sospese.

“Il fatto – spiega amareggiato Leonardo Damiani, il marito della donna – è che mia moglie non richiede massaggi di bellezza: questi che sollecitiamo sono esercizi funzionali, servono per contrastare la progressione di questa malattia, da cui ogni medico sa che non si guarisce”. “Anche la logopedia – precisa – non è finalizzata a una migliore dizione, ma serve a favorire la respirazione e ad evitare la disfagia”. La signora Maria Elena è infatti completamente immobilizzata, ha perso del tutto il movimento degli arti e rischia ora di non riuscire più ad articolare neppure la lingua e quindi a deglutire.

La denuncia penale riguarda la discontinuità del servizio da parte della Asl a fronte di una patologia ripetutamente acclarata nel tempo, mentre la segnalazione all’Ordine riguarda l’osservanza del codice deontologico.

Secondo la Legge regionale del 10 luglio 2006 chiunque sia residente in Puglia può esercitare il diritto a ricevere cure assistenziali e ciò obbliga i Comuni e le Aziende sanitarie locali a garantire priorità di accesso ai servizi sia ai soggetti in condizione di fragilità sia a quelli con limitata capacità di provvedere a se stessi. In questo modo a persone in condizioni quali quelle di Maria Elena non dovrebbe mai essere negata l’assistenza richiesta. Nonostante le avversità, Maria Elena è serena e commenta: «Io rido, è una battaglia. Non sono più in grado di pronunciare la “r” ma continuerò ad andare avanti e combattere nonostante la mia situazione sia difficile».

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