Nel foyer del Petruzzelli anche i rappresentanti della commissione europea per i finanziamenti Fesr e Fse

Un’occasione da non perdere, che coinvolge welfare, turismo, sanità. Un’occasione che si chiama Europa. La programmazione regionale dei fondi Ue Fesr e Fse+ 2021 – 2027 è stata presentata oggi in un lungo e dettagliato convegno dal titolo “L’Europa ti cambia la vita”. Il programma mira a favorire lo sviluppo sostenibile del territorio in termini economici, sociali ed ambientali, attraverso l’ampliamento della base produttiva, l’innovazione tecnologica, ambientale e sociale, una maggior attrattività ed apertura internazionale, la riduzione dell’impatto antropico sull’ambiente, l’incremento delle conoscenze dei lavoratori ed un generalizzato miglioramento dei servizi pubblici (risorse idriche, rifiuti, trasporti, istruzione e assistenza socio-sanitaria).

A disposizione ci sono 5,777 miliardi di euro circa, di cui 4,426 per il Fesr e 1,150 per il Fse, tra quote pubbliche e comunitarie.

5 gli obiettivi di policy (OP): 1) competitività e innovazione, 2) economia verde e mobilità urbana e sostenibile, 3) trasporti, 4) occupazione, istruzione, formazione, occupazione giovanile, welfare e salute, 5) sviluppo territoriale e urbano.

Le linee programmatiche sono state oggi condivise dalla Regione con i rappresentanti istituzionali e con il partenariato sociale ed economico e del mondo delle università. Per la Commissione Europea, erano presenti Chiara Zingaretti e Francesco De Rose, della DG Regio UE e Michele Sartorello, della DG Empl UE.

Quattro i panel oggi, coordinati da Antonio Stornaiolo, sul futuro del territorio alla luce delle opportunità offerte dalle risorse europee con cui la Puglia creerà strumenti ad hoc per sostenere persone, imprese ed enti: imprese e innovazione, inclusione e pari opportunità,    accessibilità e transizione ecologica, lavoro, conoscenza e saperi.

L’iniziativa, che si è tenuta nel foyer del Teatro Petruzzelli di Bari e che sarà riproposta nelle altre province, è stata curata dalla struttura speciale Attuazione del Por, guidata da Pasquale Orlando in collaborazione con la struttura speciale Comunicazione Istituzionale, guidata da Rocco De Franchi.

Michele Emiliano, presidente della Giunta Regionale ha aperto i lavori affermando: «Stiamo facendo il nostro dovere nei confronti delle giovani generazioni, nei confronti del grande problema della parità tra uomo e donna, nel superamento della differenza di sviluppo tra nord e sud in Italia, anche tra il nord e sud d’Europa. Queste sono giornate di verifica di quello che abbiamo messo in campo con i fondi europei. Tutto funziona adeguatamente, i risultati ci confortano, ci incoraggiano ma occorre che contemporaneamente la repubblica italiana ci segua, bisogna che lo Stato e il Governo si rendano conto che le politiche europee sono fondate strutturalmente sulle regioni e non sull’accentramento che si sta realizzando o che si si sta tentando di realizzare da parte del Governo tutto in capo alla presidenza del Consiglio dei Ministri, tutto in capo al ministro Fitto di tutte le linee di finanziamento dal Pnrr all’Fsc, ai fondi europei regionali. Per questo siamo preoccupati, perché un lavoro che la Puglia e l’Unione europea hanno fatto con risultati straordinari, rischia di saltare per aria se non ci si rende conto che questa complessità non può essere risolta con l’accentramento, ma anzi con la sussidiarietà, stabilendo chi fa cosa, come, quando, con quale logica e soprattutto collaborando, come dice la Costituzione, con lealtà».

Raffaele Piemontese, vicepresidente e assessore alla Programmazione ha affermato di ritenere «L’occasione è storica perché il programma regionale che dispone dei fondi europei del ciclo 2021-2027 si svolgerà mentre devono realizzarsi anche gli investimenti del PNRR: la combinazione di fondi europei e PNRR significa disporre di un ammontare complessivo che arriva poco sotto i 15 miliardi di euro.

Gli obiettivi fondamentali che ci muovono sono la creazione di lavoro buono e stabile e lo sviluppo rispettoso dei limiti del pianeta.

Abbiamo gestito la 2014-2020 ottimamente, come ha riconosciuto la Commissione europea e come hanno rilevato soggetti “terzi” come la Banca d’Italia o organismi internazionali che misurano il credito delle istituzioni e l’efficacia delle loro politiche.

Siamo riusciti a rimanere la Puglia che l’Italia e il mondo hanno imparato a conoscere anche attraversando la più grave crisi economica e sociale dopo la seconda guerra mondiale: quella determinata dalla pandemia, come ho ricordato ieri aprendo il Comitato di Sorveglianza del POR 2021-2027, osservando che proprio un 9 marzo di tre anni fa, il Governo disponeva il lockdown dell’Italia, una misura senza precedenti per la quale non avevamo neanche una parola adeguata nel nostro vocabolario corrente.

La Puglia è stata tra le prime regioni italiane a implementare il Reddito di Dignità, nel 2016, come misura “universalistica” di integrazione del reddito, finanziandola con il Fondo Sociale Europeo, tre anni prima che l’Italia varasse il Reddito di Cittadinanza, cinque anni prima che la Commissione europea raccomandasse a tutti gli Stati di innovare le misure che combinano sostegno al reddito e l’accompagnamento al lavoro.

Insomma siamo pronti, in maniera corale, coinvolgendo comunità locali, sindaci, sindacati, imprese, università e scuole, a centrare e realizzare il cambiamento che serve alla Puglia, al Sud e all’Italia».

Rosa Barone, assessora al Welfare ha invece affermato: «L’idea è quella di andare nel solco della continuità perché sono tante le misure che abbiamo messo in atto in quest’ultimo settennato,  quindi ci teniamo che vengano non solo confermate, ma anche rafforzate e innovate rispetto a quelli che sono i nuovi bisogni, le nuove esigenze e le nuove fragilità. Il mondo è cambiato, c’è stato il Covid e anche le  fragilità si sono modificate rispetto al passato e quindi di conseguenza dobbiamo necessariamente adeguare le misure. Le misure presenti come i voucher per permettere ai bambini di frequentare gli asili, o alle persone con disabilità o agli anziani di frequentare i centri, verranno riconfermate e saranno potenziate. Ad esempio per contrastare la povertà educativa daremo la possibilità ai bambini di frequentare servizi socioeducativi permettendo loro di andare al museo o a teatro o di svolgere attività sportive. Tutto questo perché ovviamente è cambiato il mondo, non si può rimanere con le stesse misure del 2014. Lo stesso dicasi per il ReD che verrà ovviamente riproposto, però in una maniera diversa perché anche in questo caso le famiglie prese in carico potranno poi avere la possibilità di utilizzare attività sportive, educative, di poter frequentare luoghi culturali. E poi abbiamo fatto progetti ovviamente anche con gli enti locali. Riproporremo gli hub di Innovazione Sociale nelle città capoluogo di provincia, soprattutto quelle che non hanno partecipato al bando scorso. In questo modo  potremo permettere negli spazi pubblici non utilizzati la presenza di centri di aggregazione sociale. Poi abbiamo ovviamente azioni di welfare abitativo, grazie anche alla collaborazione con l’assessora Maraschio, per lavorare in modo da dare vita ai condomini solidali, soprattutto con una maggiore attenzione verso le persone più anziane. È chiaro poi che agiremo sulle aziende e sul no profit. Stiamo insomma cercando di lavorare a più livelli, con una visione assolutamente olistica».

L’assessore Sebastiano Leo con delega al Lavoro e Formazione ha aggiunto: «Spendiamo bene grazie ad un sistema ormai collaudato in Regione Puglia che segna una perfetta sinergia tra la parte politica, più impegnata nella parte strategica, e la tecnostruttura regionale. Dalla pianificazione alla strategia, dagli impegni e dalla spesa, fino al controllo, stiamo parlando di un meccanismo oramai perfettamente funzionante.

Ma il tema vero, come suggerito anche dagli ultimi orientamenti europei, non è solo quanto si spende ma come si spende. Non basta più la valutazione quantitativa, su cui la Puglia eccelle, ma è necessaria un’analisi qualitativa della spesa, degli output e dei risultati prodotti. È questo il passaggio in più, per alzare l’asticella  e che coinvolge istituzioni locali, imprese, associazioni di categoria e sindacati. Non voglio parlare di numeri ma solo di persone che, grazie ai nostri interventi, hanno visto cambiare e migliorare la propria condizione. Molto abbiamo fatto e ancora di più faremo con la nuova programmazione, misurando i nostri risultati sulla base della qualità dei nostri interventi. Politiche Attive per il Lavoro rivolto alle donne, ai soggetti fragili, ai giovani ma anche a chi si ritrova espulso dal mercato del lavoro in età avanzata.

Politiche formative non più generaliste ma calibrate sulle esigenze delle imprese, orientate ai nuovi settori come la Digitalizzazione, la Transizione Ecologica e il Turismo di Qualità, per superare l’odioso disallineamento tra i fabbisogni aziendali sempre crescenti e la carenza di personale in possesso delle dovute competenze. È questa la sfida del futuro».

Qui il programma http://rpu.gl/Guida_programmazione_2021-2027

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