Quando la vita online prende il sopravvento sulla realtà “aldiquà degli schermi”.
Sappiamo ormai quanto sia sempre più difficile prendersi delle “pause” dagli schermi e dalla vita online, tanto che molti di noi devono costringersi, talvolta, ad abbandonare il telefono in una stanza diversa da quella in cui si trovano per godersi l’offline senza preoccuparsi delle tentazioni o dei continui avvisi di notifiche ricevute sullo smartphone.
Se questo dato sembra essere preoccupante per gli adulti, purtroppo per i più giovani lo è ancora di più. La Fondazione CESVI a Bari assieme a Fondazione Giovanni Paolo II e Garante dei diritti del minore ha presentato l’Indice regionale sul maltrattamento e la cura all’infanzia in Italia. Secondo questi dati, la Puglia è ad oggi la quarta regione in Italia con la percentuale più alta (65,4%) di giovani tra gli 11 e 15 anni che trascorre troppo tempo davanti a TV, computer, tablet e smartphone e il 4,6% trascorre più di 3 ore al giorno davanti agli schermi. Il rapporto dei più giovani con i sistemi di connessione tramite web diventa sempre più rischioso per la loro salute fisica e psicologica, se non opportunamente gestito da famiglia e istituzioni. Infatti, la violenza verbale tra minorenni è molto frequente, sia nelle relazioni di gruppo che in quelle sentimentali e rimane molto difficile da intercettare per il mondo adulto, poiché si trasmette spesso attraverso i social network e rimane impermeabile al confronto esterno.
Quando si riesce comunque a esaminare le modalità di comunicazione tra pari si assiste spesso a manifestazioni di violenza verbale molto intense, con un uso di vocaboli particolarmente duri e offensivi e una potente capacità di penetrazione nella psiche delle vittime. Nell’opinione delle persone intervistate, una responsabilità importante di questa aggressività verbale deriva dal linguaggio violento nei social media al quale i giovani sono esposti quotidianamente. La comunicazione dei social media è infatti un terreno fertile per la violenza verbale, dal momento che gli utenti si sentono spogliati delle proprie responsabilità, l’empatia si attenua, e vengono a mancare le codifiche para verbali della comunicazione (Fonte Cesvi, Indice regionale sul maltrattamento e la cura all’infanzia in Italia, 2024).
Secondo il Garante dell’Infanzia e dell’adolescenza della Regione Puglia, Ludovico Abbaticchio bisogna “insegnare l’educazione alla salute e allo stare bene grazie ai fondi del PNRR e con i nuovi contratti della medicina generale e con i sistemi del Piano Sociale di Zona si possono fare integrazioni socio sanitarie educative con progetti definiti e finanziati e con bilanci condivisi dagli enti e locali e dalle strutture istituzionali”.
Occorre, quindi, sviluppare e rafforzare sistemi territoriali di governance dei servizi, con particolare riferimento alla creazione di reti per servizi integrati tra pubblico, privato e Terzo Settore, con risorse economiche dedicate, tavoli di coordinamento territoriale e la partecipazione di attori del pubblico e del privato sociale con competenze specifiche, per la creazione di sistemi funzionanti di prevenzione del maltrattamento e protezione dei bambini.