Gli emendamenti presentati dalla Parchitelli oltre lo spot per una cultura della parità

Una legge regionale che guarda all’Europa, emendamenti che puntano a dare servizi e risorse ai centri antiviolenza, ai consultori, ecco una accurata strategia perché per arrivare alla parità di genere, puntando ad evitare stereotipi bisogna creare una cultura di contrasto. E’ più di un buon proposito, è ormai una decisione presa, grazie al contributo in sede di bilancio di Lucia Parchitelli, consigliera regionale che (insieme alla collega Capone) ha ottenuto l’approvazione di una serie di emendamenti che fa divenire il tema della violenza sulle donne e la parità di genere non solo uno spot, ma un percorso sostenuto da una misura, con una buona dote finanziaria.

Nel 2024 ci saranno percorsi di formazione per le forze dell’ordine, medici, avvocati, studenti, ma anche contributi ai centri antiviolenza, agli enti specializzati del terzo settore, ai consultori. Non solo. «L’Emendamento che ho più a cuore – dice la consigliera regionale – è la sperimentazione di un dispositivo tecnologico, del tipo smartwatch, sostenuto da una significativa dotazione finanziaria, con cui la vittima di violenza potrà, in caso di imminente pericolo, attivare una immediata richiesta di intervento alle Forze dell’ordine».

Non solo guardando all’Europa la Parchitelli fa di più e l’8 gennaio scorso in commissione Bilancio porta un emendamento dal nome chiaro “Senza donne non se ne parla” ovvero un progetto che nel 2018 in Europa chiedeva espressamente di dare voce alla parità in ogni tipo di dibattito. Perché? Ebbene la parità si raggiunge con la cultura, con la voce da dare alle donne che non sono solo da proteggere nei momenti di fragilità, ma sono intelligenza, forza, competenza. E così si punta a fissare un punto: ovvero che «non potrà essere concesso il Patrocinio della Regione Puglia, del Presidente della Giunta regionale o dell’Assessore agli Eventi a chi non rispetti il principio di parità di genere. Lo stesso criterio dovrà essere utilizzato nella concessione di contributi finanziari e/o nell’invio di comunicazioni e/o nella presenza di Amministratori o di funzionari regionali, nonché di esperti estranei all’Amministrazione regionale. – dice la consigliera – La motivazione di questo Emendamento nasce proprio dall’osservazione quotidiana dei tanti eventi che si svolgono nella nostra Regione che espongono nomi esclusivamente maschili. Eppure nel 2018 la Commissione europea varò un progetto “senza donne non se ne parla” a garanzia di una presenza paritaria negli incontri pubblici e, successivamente anche la Regione Puglia ha firmato un Protocollo d’Intesa per dare una corretta applicazione al progetto “no Women no panel” . – conclude la Parchitelli – Il mio Emendamento mira proprio al rispetto dei principi enunciati nel progetto e vuole difendere sul territorio regionale il diritto delle donne e del loro pensiero ad essere rappresentate. Sono convinta che il lavoro e il talento femminile contribuiscono alla crescita di tutta la collettività, e non nominarli è un atto di pura ingiustizia».

Condividi Articolo