L’appello alla Regione dopo gli arresti in un centro sociosanitario di Foggia

«Nelle strutture socio – sanitarie sono necessari controlli e personale qualificato che sia sostenuto nelle fase di burnout, tipica depressione che provoca devianze per chi fa un lavoro stressante. La Regione Puglia dopo i fatti che sono accaduti a Foggia non può voltarsi dall’altra parte», a scrivere a Puglia for family è il presidente di Anffas Puglia Angelo Riccardi, in riferimento al caso dei 15 arresti avvenuti nella struttura sanitaria Don Uva, si tratta di operatori e infermieri, accusati di maltrattamenti e abusi sessuali nei confronti di 25 malati psichiatrici. L’Anffas insieme ad altre associazioni di categoria chiede alle Asl di competenza maggiori controlli e un confronto costruttivo con l’assessorato alla Sanità, specie se si tratta di foraggiare centri con soldi pubblici.

Negli anni scorsi tanti, in Puglia, sono stati i documenti siglati con Fish, Enil, Anffas e A.Ma.Re  uno in particolare era un patto di intesa che univa migliaia di famiglie di persone con disabilità affinché fosse continua e paritetica e non solo consultiva la collaborazione con le istituzioni regionali, affrontando tutti i temi finalizzati alla totale presa in carico della persona con disabilità per tutto l’arco della sua vita. «Poi accadono episodi del genere e ci sconvolgono», dicono all’A.Ma.Re gli operatori della sede di Altamura.

I controlli sono quanto mai necessari specie nelle strutture in convenzione con il sistema sanitario, perché questo significa controllo sui soldi pubblici. Le famiglie dei 25 disabili adesso chiedono spiegazioni e raccontano ai media di aver visto immagini agghiaccianti dai filmati dei carabinieri che avevano messe cimici e telecamere nella struttura per raccogliere le prove di ciò che avveniva.

«Mai come in questo momento sono fondamentali i progetti sul Dopo di noi», spiega l’Angsa in una nota stampa. Già perché se tanti e lodevoli sono i finanziamenti sulla possibilità di avere una comunità accogliente che abbia cura dei più fragili, se non c’è controllo e una strutturazione dei luoghi e del personale che deve assistere malati psichiatrici. Va chiarito che i vertici della struttura di Foggia non risultano indagati.  

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