Il numero dei figli è inversamente proporzionale al reddito

I dati dell’Istat sono chiari: la Puglia si avvia a un cambio di assetto familiare notevole. Sempre meno figli, il cui costo inevitabilmente incide sull’economia locale. Blangiardo – nel corso della presentazione dello Sportello Puglia For Family – ha illustrato una serie di rimedi per contrastare la denatalità creando una sinergia tra famiglie, enti pubblici e privati per il sostegno costante dei nuclei familiari. «Se hai figli ne paghi le conseguenze – ha sottolineato il presidente dell’Istat – come mostrano i grafici sempre meno famiglie abbienti mettono al mondo dei bimbi, perché crescere un figlio comporta delle spese notevoli. Bisogna invertire questa tendenza e non lasciare soli chi invece crea una famiglia ma non ha la possibilità economica per mantenerla».

Tre sembrano essere le linee d’azione con che, alla luce delle dinamiche e delle prospettive delineate già in epoca pre-pandemica, si ritiene indispensabile dover attivare in risposta all’ «inverno demografico», in Italia così come nella Regione Puglia.

1- Favorire i flussi di “produzione” o acquisizione di nuovo capitale umano:
nascite, immigrazioni/non emigrazioni ;

2- agevolare la formazione e l’inserimento dei giovani e delle donne nei percorsi della vita sociale ed economica: ciclo di vita scolastico e familiare, superamento dei gap di genere;

3- avviare iniziative per la conservazione e la valorizzazione di quelle risorse umane (già presenti) depositarie di esperienze e conoscenze che sono ancora pienamente, quand’anche “diversamente”, valide: supporto/incentivo a programmi di invecchiamento attivo.

La denatalità prosegue nel 2021; secondo i dati provvisori riferiti al periodo gennaio-settembre, le nascite sono già 12 mila e 500 in meno rispetto allo stesso periodo del 2020, quasi il doppio di quanto osservato nello stesso periodo l’anno precedente. Tale forte diminuzione è da mettere in relazione al dispiegarsi degli effetti negativi innescati dall’epidemia da Covid-19, che nel solo mese di gennaio 2021 ha fatto registrare il maggiore calo di sempre (quasi 5.000 nati in meno, -13,6%). Complessivamente i figli di ordine successivo al primo sono diminuiti del 27,3% nello stesso arco temporale. In un contesto di nascite decrescenti, quelle che avvengono fuori del matrimonio aumentano di oltre 32 mila unità rispetto al 2008, raggiungendo quota 145.069 nel 2020 (quasi 5 mila in più solo nell’ultimo anno). 

«Entro la fine dell’anno in Italia gli abitanti saranno meno di 59 milioni», ha dichiarato il professor Giancarlo Blangiardo, presidente nazionale Istat, in collegamento online per l’inaugurazione del primo sportello virtuale «Puglia for family», a Bari, illustrando la relazione «La denatalità in Puglia, prima e dopo la pandemia».

Rispetto alla denatalità «non c’è più distinzione tra Nord e Sud – ha spiegato Blangiardo – anzi alcuni fenomeni sono più accentuati nel Meridione. Il Sud si è allineato al resto d’Italia. Nel 2021 i 405 mila nati dell’anno precedente non verranno raggiunti, saremo sui 385-390 mila nati», ha evidenziato. Secondo le stime Istat, in Italia «a metà del secolo in corso i morti saranno più del doppio dei nati». 

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