Dati Istat, nel Mezzogiorno in sofferenza le famiglie

Tagli alle spese per le calzature e per i viaggi. Sono questi alcuni tra i settori dove le famiglie del Mezzogiorno hanno deciso di limitare l’esborso economico nel corso del 2021 per porre rimedio al rincaro dovuto all’emergenza sanitaria, è quanto segnalato in questi giorni da una ricerca dell’Istat (Istituto nazionale di statistica)

Dallo studio è emerso che nel 2021 le percentuali dei pagamenti sono risultate in forte ripresa, soprattutto per quei settori che nel 2020 avevano registrato una riduzione più accentuata a causa della pandemia e delle limitazioni a socialità e spostamenti.  È stato riscontrato un incremento delle spese diffuso su tutto il territorio nazionale, ad esclusione delle Isole dove non si registra alcun aumento significativo.

Nel 2021 La crescita  della spesa è risultata in crescita nelle regioni del Sud  (+3,9%), stima corrispondente a 1.971 euro per famiglia. A pesare di più sul portafoglio degli abitanti del Mezzogiorno sono le voci destinate ad alimentari e bevande analcoliche: nel 2021 questa quota di spesa arriva era stimata in Puglia sui 1.808 euro.

Per l’Istat la principale voce di spesa che le famiglie italiane dichiarano di aver maggiormente limitato è quella per viaggi e vacanze: nel 2020 la percentuale di chi l’ha ridotta è stata pari al 62,4%, stima superata ampiamente dalle famiglie meridionali che hanno dichiarato di aver ridotto questo esborso fino 69,8%.

Altro settore che ha riscontrato una riduzione rispetto all’anno precedente è quello dell’abbigliamento e calzature: secondo lo studio il 52,7% delle famiglie nel Mezzogiorno che acquistavano già questi beni ha limitato tale esborso del 59,7%. Infine, tra le famiglie che già la sostenevano, il 31,2% ha ridotto la spesa per carburanti (24,5% nel 2020) tale quota si attesta al 36,0% nel Meridione.

Anche le spese legate all’affitto incidono sul portafoglio delle famiglie: l’importo medio è di 416 euro mensili a livello nazionale, stabile rispetto al 2020; tale esborso è minore nelle regioni del Sud (319 euro).

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