Le buone pratiche: oltre 3mila giovani sono già stati in 30 paesi dell’Ue grazie alle partnership con la Regione

Claudia ha 20 anni, l’argento vivo addosso e voglia di imparare. E’ iscritta a Filosofia. Studia, lavora, fa sport. Ma crede pure che siamo in un mondo in cui c’è bisogno di scambi culturali. Lei ha voglia di sapere. Ha voglia di mondo. Così, grazie all’associazione Link, ad Altamura quest’estate è riuscita a fare due viaggi formativi bellissimi: uno in Estonia e l’altro in Spagna. Due settimane piene di incontri, di lezioni, di luoghi diversi. L’associazione Link è nata nel 2003 e ha come obiettivo la promozione di valori quali la solidarietà, la cittadinanza attiva, il dialogo interculturale.

L’associazione è accreditata presso l’agenzia nazionale per i giovani come organismo di accoglienza, invio e coordinamento di progetti attraverso il servizio volontariato europeo del programma Gioventù in Azione. Ha avviato progetti finanziati da altri progetti europei quali l’Europa per i cittadini, Grundtvig, Leonardo da Vinci, nonché da altri organismi, come il Consiglio d’Europa e la Fondazione Anna Lindh. In quasi 15 anni Link ha costruito una rete di organizzazioni giovanili, in oltre 30 paesi europei, ha inviato 3000 giovani in progetti all’estero e ne ha accolti 2mila, in progetti sul territorio, in partnership con molte realtà esistenti in Puglia e Basilicata.

Claudia Laterza, vive ad Altamura, è una di quelle persone che sono partite, in quei progetti finanziati dall’Europa. In Estonia ha seguito un corso di acquisizione di soft skills per mezzo di metodi educativi non formali, in Spagna invece ha affrontato l’agenza 2030, ma anche l’hiking sia sul benessere psicologico che dal punto di vista educativo.

L’obiettivo è creare cittadini consapevoli, maturi. Pronti alle grandi sfide.

E’ questa la coscienza civile, è questo dare nutrimento all’anima. Claudia Laterza della sua esigenza di andare oltre ci scrive: «Mi sono sempre chiesta vivendo nella mia città, dove sono i giovani: Due sono le ipotesi: sono scappati in cerca di terre più feconde oppure si stanno appiattendo, accontentandosi delle briciole di una comunità all’interno della quale non si viene visti».

 «In quest’ottica, io ritengo che la realtà dell’Associazione Link fornisca spazi di fuga da una realtà che, troppo spesso, risulta chiusa e poco propensa al dialogo – afferma Claudia e sorride -. Fare attivismo sul territorio significa creare basi per un miglioramento delle attuali condizioni sociali o culturali che siano. Rendersi partecipi di attività laboratoriali, podcasting, corsi di arabo, francese o inglese, eventi musicali, permette di rompere le catene “dell’inettitudine giovanile”».

«Impegnarsi attivamente e credere in progetti pensati dai giovani e per i giovani è ciò che permette di fare luce sul proprio futuro – continua la ragazza-, di non appiattirsi su “ciò che c’è” ma di pensare “altrimenti”, di essere innovativi e lungimiranti. La possibilità di essere costantemente in contatto con coetanei provenienti da ogni parte di Europa e l’enorme opportunità di vivere periodi più o meno lunghi lontano dalla propria casa, permette un profondo confronto, scambio di idee e prospettive».

«Personalmente ritengo che specchiarsi in occhi estranei, scambiarsi storie e pezzi di vite sia il germe per una sana crescita e maturazione. Entrare in contatto con gli “Altri” permette di comprendere che siamo capaci di guardare oltre i limiti delle tradizioni e della cultura, lingua e abitudini. Ciò che non bisogna fare è Isolarsi e non guardare negli occhi gli Estranei, impedire che essi si intreccino con le nostre vite, che ogni volto non faccia intrusione nel proprio cuore. Lasciarsi contaminare dalla gioia, dalla vita, dall’irruzione delle opportunità, per me, significa dire “sì” alla vita».

Ecco le buone pratiche, quando si vuole, tutto è possibile. 

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