A Santeramo riabilitazione sospesa, in molte città solo poche ore a settimana di logopedia e psicomotricità nelle Asl

Il trend di diagnosi di autismo fa paura, è triplicato rispetto agli anni scorsi, anche in Puglia. «L’autismo è ormai una emergenza sanitaria», a ripeterlo spesso in questi giorni tra convegni e dibattiti è l’assessore regionale al Welfare, Rosa Barone. La Regione tenta di correre ai ripari, tanti i fondi da impegnare, i progetti da approvare, ma in ogni Comune pugliese c’è un problema da affrontare, storie di disagio e paura. Oggi, nella giornata della consapevolezza dell’autismo, diamo voce alle famiglie che affrontano ogni giorno un lungo calvario. Il lavoro da fare è ancora tanto.

«Faccio terapia a mio figlio nell’ex ospedale, ad Altamura, i terapisti quando si assentano non vengono sostituiti, non c’è terapia comportamentale, né occupazionale, continuiamo a fare logopedia e psicomotricità, alle 8 del mattino, prima di andare a scuola. – dice Luciana N. mamma di Gianni  – mio figlio ha un livello 3 di autismo, un problema del sonno, immaginate che cosa significa fare terapia quando ti sei svegliato alle 3 e riaddormentato alle 5 del mattino. Ancora non capisco perché non sia possibile fare terapia dopo la scuola».

La questione delle terapie prevalentemente di mattina che tolgono ore alla scuola è un problema comune, anche a Bari accade lo stesso, anche lì dove ci sono strutture adeguate e personale preparato. «Ho rinunciato alle terapie pubbliche – dice Rossella Alatri, mamma di Alfredo del quartiere Libertà – mio figlio ha iniziato la scuola elementare e farlo uscire prima, stanco, per iniziare a fare terapie alle 13 mi sembrava più una tortura, come poteva mai trarne giovamento?».

A Santeramo nei giorni scorsi si è affrontata una emergenza grave, gravissima, che ancora non è stata risolta: nell’ala dell’ospedale dove si fa terapia sono iniziati i lavori di ristrutturazione. «Siamo intervenuti come comitato di genitori speciali, dice Evita Selvaggiuolo – abbiamo chiesto che per questo tempo in cui la struttura è in disuso si possa fare terapie in qualche aula scolastica. Ci sono famiglie che sono state abbandonate a se stesse, senza nulla, senza un briciolo di terapia». E poi c’è il problema delle diagnosi e delle liste di attesa per i percorsi riabilitativi, c’è anche chi è costretto a spostarsi fuori regione per un paio di ore di psicomotricità. «Le linee guida in materia sanitaria per l’autismo consigliano la terapia Aba, ma le Asl non sono attrezzate per questo e così si rincorre al privato, il personale sanitario più di un paio di ore di psicomotricità e logopedia non offre, anche la terapia occupazionale ormai è una offerta solo delle strutture in convenzione.

Autismo, luci blu sui palazzi ma i servizi? Ormai chi può si attrezza col privato, magari in attesa di un rimborso o dell’assegno di cura. La vera epidemia è qui.

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