«l’Italia sarà caratterizzata da un effetto distorsivo del sistema fiscale» che interesserà soprattutto le famiglie numerose e del ceto medio, il fisco così arriverà ad ignorare ogni parametro di «equità verticale», cioè tenendo presente solo il reddito individuale delle persone, trascurando «qualsiasi criterio di equità orizzontale che considera quante persone vivono con quel reddito prodotto». È questo l’allarme lanciato dal Forum delle associazioni familiari in una nota tecnica inviata al presidente del Consiglio Mario Draghi in vista dell’approvazione del decreto legge inerente l’assegno unico che sarà attivo da gennaio 2022 sostituendo assegni familiari e bonus vari.
Lo scenario che si prefigura, precisa il Forum nella nota, va in direzione opposta rispetto ad altri Paesi europei che prevedono sia assegni universali che detrazioni fiscali. Da noi invece «avremo un fisco esclusivamente individuale che non considera il valore dei figli», dato allarmante visto il tasso attuale della denatalità.
Le proposte che il Forum porta all’attenzione del Governo richiedono che non venga superato il 20% per la riduzione dell’assegno unico se i figli hanno tra i 18 e i 21 anni e l’annullamento della cessazione dell’erogazione del beneficio una volta superati i 21 anni d’età qualora questi non abbiano ancora un proprio reddito autonomo. Il Forum domanda inoltre che vengano reperite nuove risorse tramite il Pnnr (Next generation found) e che arrivino segnali concreti sulla nuova riforma fiscale e su che cosa si dovranno indirizzare i 12 miliardi che la legge di bilancio destina al taglio delle tasse.
Il Forum infine propone di dotare l’assegno di risorse sufficienti realizzando una fase di transizione e gradualità mantenendo l’attuale struttura dell’assegno temporaneo, e con le attuali detrazioni da rivedere nell’ambito della riforma del fisco «in un’ottica di sostituzione con una no tax area per ogni figlio a carico: il fattore famiglia».