Approvato il decreto: le procedure e gli emendamenti

Arriva, con l’ultimo decreto attuativo che sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri, la definizione a regime dell’Assegno Unico universale per i figli, che interesserà sia i lavoratori dipendenti sia gli autonomi e che sarà sempre erogato dall’Inps, su domanda dei nuclei interessati. Il nuovo assegno terrà conto delle famiglie numerose che arriveranno a ricevere, combinando più requisiti, fino a oltre 1000 euro al mese. Il passaggio in Consiglio dei ministri è in realtà il penultimo step, perché il provvedimento dovrà ancora passare il vaglio delle commissioni parlamentari ed essere pronto per andare in Gazzetta prima della fine dell’anno. La nuova misura sarà infatti operativa a decorrere da marzo 2022 ma le domande si potranno presentare dal primo gennaio, per un periodo che andrà da marzo al febbraio dell’anno successivo, mentre ora gli assegni familiari vanno da luglio a giugno dell’anno dopo. Arriva anche una proroga fino a fine febbraio per allineare l’assegno temporaneo per gli autonomi a queste nuove scadenze. Insieme alla domanda, a differenza dei vecchi assegni parametrati al reddito, andrà presentata anche la dichiarazione Isee ma chi non la presenta riceverà comunque l’assegno al minimo. Potranno richiederlo tutti i residenti da almeno due anni, compresi i cittadini extracomunitari. Ecco tutti i passi per richiederlo.

COME PRESENTARE LA DOMANDA

Si dovrà presentare domanda all’Inps in modalità telematica o presso gli istituti di patronato entro 20 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta. Le domande potranno essere presentate da gennaio e sono riferite al periodo compreso tra marzo e febbraio dell’anno successivo. L’assegno sarà riconosciuto dal mese successivo a quello di presentazione della domanda; nel caso in cui è presentata entro il 30 giugno dell’anno di riferimento, l’assegno è riconosciuto dal mese di marzo dello stesso anno. Ferma restando la decorrenza, l’Inps provvede al riconoscimento dell’assegno entro sessanta giorni dalla domanda. L’erogazione avviene mediante accredito su Iban o mediante bonifico domiciliato, e per i percettori di Reddito di cittadinanza non ci sarà bisogno di presentare la domanda perché sarà assegno insieme al reddito.

GLI IMPORTI

Gli importi saranno parametrati all’Isee: due in linea generale i limiti individuati, sotto i 15mila euro di Isee per avere il massimo dei benefici, oltre i 40mila per avere comunque almeno il minimo. Nessuna famiglia, se vorrà, resterà quindi fuori dal contributo che andrà dai 50 ai 175 euro al mese che diventano da 25 a 85 per i figli tra i 18 e i 21 anni. Saranno previste una serie di maggiorazioni in base al numero di figli e alla presenza di disabili, ma si terrà conto anche del fatto che entrambi i genitori lavorano, mentre una maggiorazione ad hoc, 20 euro al mese indipendentemente dall’Isee, andranno alle mamme under 21. A partire dal terzo figlio è prevista una maggiorazione tra i 15 e gli 85 euro a figlio in base all’Isee, mentre i nuclei con “quattro figli o più” riceveranno un’ulteriore “maggiorazione forfettaria” da 100 euro al mese. Se entrambi i genitori lavorano e l’Isee è basso, si avranno altri 30 euro in più, che si azzerano oltre i 40mila euro. In sostanza un nucleo con Isee fino a 15mila euro riceverà 175 euro al mese con 1 figlio, 350 con due, 610 con tre e 970 con 4 che diventano 1090 euro al mese se entrambi i genitori lavorano (30 euro per 4 figli, 120 euro in più). A questa cifra vanno aggiunti i 20 euro al mese a figlio in caso di mamma giovanissima. I nuclei che superano i 40mila euro di Isee invece riceveranno 50 euro al mese con un figlio, 100 euro con due figli, 165 euro con tre figli, 330 euro con 4 figli.

Anche in questo caso vanno aggiunti i 20 euro a figlio se la mamma ha meno di 21 anni mentre non opera la maggiorazione per entrambi i genitori lavoratori. Attenzione anche alle famiglie con figli disabili che riceveranno l’assegno unico “senza limiti di età” dei figli. Per i minorenni si riceveranno 105 euro al mese in più “in caso di non autosufficienza”, 95 euro “in caso di disabilità grave” e 85 euro “in caso di disabilità media”. In presenza di maggiorenni disabili e fino a 21 anni si riceveranno 50 euro al mese in più (che si sommano all’assegno previsto tra i 18 e i 21 anni) mentre oltre i 21 anni si continuerà a ricevere un assegno in base all’Isee che andrà da 85 a 25 euro al mese. Per la nuova misura, che assorbe i vecchi aiuti alla famiglia dal bonus bebè agli assegni familiari, ci saranno circa 15 miliardi nel 2022 che saliranno progressivamente fino a 19 miliardi e mezzo a decorrere dal 2029.

ASSEGNO DAL 7° MESE DI GRAVIDANZA PER SEMPRE AI DISABILI

L’assegno è riconosciuto «per ogni figlio minorenne a carico» e per i nuovi nati «a partire dal settimo mese di gravidanza» e non avrà «limiti di età» per i figli disabili. Lo prevede il decreto attuativo dell’assegno unico che dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri domani. L’assegno andrà al genitore che fa la domanda o «a richiesta anche successiva, in pari misura» tra i genitori. In caso di affidamento esclusivo «l’assegno spetta, in mancanza di accordo, al genitore affidatario. Nel caso di nomina di un tutore, l’assegno è riconosciuto nell’interesse esclusivo del tutelato». La domanda può essere presentata anche dai figli, una volta diventati maggiorenni, che possono «richiedere la corresponsione diretta della quota di assegno loro spettante». Per vedersi riconosciuto l’assegno anche dopo i 18 anni il figlio maggiorenne deve frequentare «un corso di formazione scolastica o professionale o un corso di laurea», svolgere «un tirocinio» o avere un lavoro con reddito complessivo «inferiore a 8.000 euro annui», essere «registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego», svolgere «il servizio civile universale».

ASSEGNO UNICO ANCHE A STRANIERI CON MINIMO 2 ANNI DI RESIDENZA

L’Assegno Unico sarà erogato anche ai cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno, permesso di lavoro o di ricerca superiore a sei mesi. Lo prevede il decreto attuativo dell’assegno unico che tra i requisiti prevede «congiuntamente» anche la residenza in Italia «da almeno due anni, anche non continuativi ovvero» la titolarità «di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale». Tra i requisiti anche il domicilio e il pagamento delle tasse in Italia.

GLI EMENDAMENTI DEL FORUM

“Dopo anni di bonus che non hanno portato a nulla, ben venga l’Assegno Unico e Universale. Finalmente in Italia si muove la classifica delle politiche famigliari” Così il Presidente nazionale del Forum delle Associazioni Familiari Gigi De Palo ha commentato in un video l’approvazione preliminare del Decreto Legislativo che istituisce l’Assegno Unico e Universale. “In Italia per tanti anni non si è fatto nulla mentre oggi ci sono le fondamenta per costruire una casa – ha spiegato De Paolo- un altro motivo di soddisfazione è che il provvedimento è stato votato all’unanimità, una grande attenzione di tutto l’arco parlamentare e quindi è qualcosa che tutto il paese voleva. Terzo motivo, ci hanno assicurato che nessuno ci andrà a perdere perché c’è nell’articolo 5 una clausola di salvaguardia che permetterà a tutte le famiglie di ricevere quanto almeno ricevevano prima, ma soprattutto ci saranno due milioni di famiglie giovani, anche di partite iva, che prima non prendevano nulla e che adesso vedranno riconosciuto un aiuto per i figli”. “Insomma, oggi ci sono 2 milioni di famiglie che avranno un riconoscimento per aver messo al mondo un figlio. Stiamo parlando di 6 miliardi in più con una platea che si allarga sempre più alle famiglie giovani”, sottolinea De Paolo. Infine un appello con una serie di richieste al governo: “Noi del Forum abbiamo scritto al premier Draghi e agli esponenti del governo perché di fatto nel dibattito della riforma fiscale non si tiene conto della composizione familiare. In più chiederemo loro un piano di rilancio per la natalità nel PNRR che non abbiamo ancora visto”.

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