Le criticità e i costi che le famiglie incontrano nel percorso di adozione: l’esperienza di Ai.Bi.

Le adozioni internazionali subiscono una grossa battuta d’arresto a causa della crisi economica e della pandemia. È la fotografia della situazione che ci fornisce l’associazione Ai.Bi. in Puglia con sede a Barletta. Costi troppo onerosi per chi decide di avvicinarsi a questo percorso di accoglienza che comporta una spesa che si aggira nelle migliori delle ipotesi intorno ai 15mila euro.

«C’è stato una fortissima contrattura della domanda, quasi del 70% in meno a livello nazionale. Le cause possono essere legate al Covid o al fattore economico che spinge le coppie a spendere una cifra simile per usufruire della fecondazione assistita, anziché accogliere bambini da ogni parte del mondo – sottolinea la dott.ssa Floriana Canfora responsabile della sede Ai.Bi Puglia – l’iter è complesso ed è gestito in primis dal Tribunale, dopodiché le famiglie si interfacciano con noi che organizziamo corsi propedeutici e corsi informativi, oltre a corsi d’approfondimento tematici e a colloqui individuali per instradare le famiglie a seguire il percorso internazionale più adatto per indirizzare le coppie al paese di adozione seguendo le disponibilità della coppia stessa. Oltre al conferimento d’incarico si aggiungono le spese per la permanenza all’estero e per i vari incontri con i minori nel paese d’origine».

«Il volto dell’adozione internazionale è cambiata negli ultimi anni: siamo passati da 4-5mila coppie a livello nazionale, che portavano a compimento il percorso, a numeri molto più bassi», spiega l’avv. Antonio Gorgoglione, coordinatore Movimento Famiglie di Ai.Bi Puglia e papà adottivo. Le criticità sono molte ma per incentivare l’avvicinarsi a questo tipo di esperienza di vita le associazioni e gli enti territoriali preposti si uniscono in un unico appello: maggiore cultura dell’accoglienza e una corretta informazione, oltre che un vero e proprio sostegno dal punto di vista economico.

«È essenziale che i futuri genitori che si affacciano all’adozione internazionale siano seguiti e istruiti sulle varie prassi pre e post adozione, con uno strutturato sostegno psicologico e sociale. Noi associazioni chiediamo alla Regione Puglia un contributo maggiore dal punto di vista politico e monetario. Sarebbe auspicabile – spiega Gorgoglione – rendere l’adozione gratuita, ma al momento anche il singolo sostegno a una famiglia monoreddito potrebbe fare davvero la differenza per avvicinare le coppie a questo tipo di genitorialità». «Bisogna incentivare l’apporto di psicologi sul territorio dedicati all’adozione internazionale che non siano oberati nell’attività ordinaria gestita dai servizi e dall’Asl. Non bisogna mai perdere di vista che si tratta di minori che provengono da culture diverse dalla nostra – sottolinea Canfora – pertanto è necessario sostenere il bimbo e la famiglia adottiva anche in questa integrazione».

«Per farlo occorre una giusta promozione e informazione sulla cultura dell’accoglienza ad ogni livello – conclude Gorgoglione – con incontri web sul tema e magari stanziando un minimo di fondi per spiegare come poter approcciarsi all’adozione in modo chiaro e cristallino. I servizi territoriali ci mettono tanto impegno ma bisogna rafforzare questi punti d’info nelle città più grandi del territorio attraverso delle equipe dedicate. Molte famiglie alla fine abbandonano l’idea perché hanno paura di sentirsi sole dopo l’avvio di questo progetto complesso, eppure parlo per esperienza personale questa scelta ti arricchisce e ti cambia profondamente la vita».


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